“Oggi è venuta una signora a
leggerci un libro intitolato Immagina di essere in guerra. Il libro
racconta di un ragazzo come noi che, siccome in Italia c’è la guerra, deve
emigrare in Egitto.”
Valentina
“Daniela ha chiesto a sei di noi
di rimanere fuori dall’aula. Dopo essere entrati in classe anche noi, abbiamo
bendato il resto dei compagni, in modo che potessero immedesimarsi in quello
che stavamo leggendo.”
Veronica
“Io all’inizio ero un po’
preoccupato, perché non sapevo cosa facevano i miei compagni.”
Riccardo
“Principalmente la cosa che mi è
piaciuta di più è stata la lettura del libro che ha ispirato tutto il seguente
laboratorio.
La lettura è stata eseguita con
un megafono mentre io e il resto della mia classe eravamo bendati.
Il fatto di essere bendata mi ha
messo in allerta: le bende erano bianche e non vedere niente, non so, mi dà
fastidio. Dopo un pochino sono riuscita a rilassarmi e ho apprezzato molto, mi
ha tenuto distante da distrazioni e ho potuto far viaggiare meglio la fantasia
per ricreare la storia nella mia testa.”
Sofia
“Forse tra tutti i laboratori è
stato il mio preferito. L’ho detto perché mi è sembrato che non fosse come ogni
laboratorio, che ci sembra fantastico solo perché saltiamo delle ore di scuola
giocando, ma questo l’ho preso come una cosa seria. In quelle due ore abbiamo
letto un libro, abbiamo discusso dell’argomento, abbiamo giocato e abbiamo
scritto delle frasi sul tema e sui nostri pensieri.”
Alicia
“Questo laboratorio mi è piaciuto
perché mi ha fatto ricordare i paesi che affrontano realmente questi problemi,
che a noi sono estranei, ma che in alcuni paesi come la Siria sono
attualissimi.”
Cristian
“ … è stata un’esperienza
bellissima, soprattutto quando ci hanno bendati, perché sembrava di essere in
quella storia. Poi è stata bella la parte del saluto perché se si capitava con
un compagno con cui magari non si sta sempre insieme, lì si ha avuto modo di
starci assieme.”
Aurora
“Abbiamo fatto diverse attività
in cui c’era sempre un elemento che le distaccava o ne faceva parte: la musica.
Questa cosa mi ha stupito perché non mi
era mai successo di fare a scuola un’attività accompagnata dalla musica. [...]
Mi è piaciuto molto raccontare
una storia con Veronica e Agustin [...] perché ognuno di noi ha proposto
qualcosa e alla fine è uscito un bel lavoro, una bella storia.
Ovviamente tutte le attività mi
sono piaciute, ma una in particolare, quella dei saluti, perché è stata molto
divertente e creativa.”
Marta
“All’inizio a fare questo saluto
eravamo solo in tre, poi piano piano si sono uniti altri compagni. Questo ci ha
fatto riflettere su come si possono sentire gli immigrati che arrivano in un
paese straniero, dove è difficile socializzare. Infatti queste persone non
sempre vengono accolte bene e spesso hanno difficoltà a inserirsi. Anche a noi
talvolta possono sembrare diverse, perché parlano una lingua diversa e hanno
una cultura diversa, ma grazie al laboratorio abbiamo capito che, anche con
semplici gesti come un saluto, un sorriso o un abbraccio, possiamo dialogare
con tutti, nonostante le differenze. ”
Laura
“Dopo la lettura abbiamo scritto
sul tessuto bianco (utilizzato per bendarci) un pensiero o un commento sulla
storia, poi lo abbiamo depositato all’interno di una valigia e ciò mi ha
colpito molto, perché era come se con quella valigia fossimo dovuti partire da
un momento all’altro, proprio a causa della guerra, come il protagonista della
storia.
[…] Tutto si è concluso con un
momento che secondo me è stato dei più belli. Prima a coppie e poi insieme,
dovevamo inventarci un saluto a gesti; infatti abbiamo immaginato di non
conoscerci e di essere tutti stranieri, di una nazionalità differente dagli
altri, quindi non potevamo salutarci parlando perché non ci saremmo capiti,
perciò dovevamo farlo utilizzando i gesti.”
Chiara
“Il laboratorio mi è piaciuto
molto ed è stato molto interessante. Mi piacerebbe rifare una cosa del genere.
Poi tutti abbiamo collaborato e in tanti sono stati con compagni diversi per
fare più amicizia.”
Martina
“A coppie dovevamo inventare un
saluto e poi, mentre lo mostravamo alla classe, anche altre persone potevano
inserirsi e partecipare al tuo saluto, un’esperienza veramente diversa dal
solito, ma ricca di emozioni e sentimenti”.
Samuele
A gruppi di quattro persone
dovevamo presentare una scena o una riflessione per dire se quella emozione che
era descritta sul cartellone l’avevamo già provata o sentita raccontare da
altri.
Sai, diario, all’inizio sembrava
noioso, ma poi è stato divertente e interessante.
Matteo
Dove mi trovo adesso tutto è
diverso: la religione, la lingua, il cibo… Mi mancano tanto i tempi in cu
giocavamo a carte in famiglia, mentre ora non è più possibile.
Tommaso, lettera
ispirata a “Immagina di essere in guerra”
“Siamo scappati e siamo partiti
per la Spagna, perché in Italia c’era la guerra. Abbiamo trovato una casa
abbandonata e siamo rimasti lì.
Sentivamo notizie bruttissime:
tantissimi morti, gente ferita e case distrutte. Io sentivo la mancanza del mio
paese. Avevo paura di non ritornare più a casa mia, mi sentivo sola, non mi
piaceva dove stavo, avevo paura per il futuro del mio paese.
[…] Ritornammo, ma era tutto
distrutto. Casa mia era danneggiata, ma dopo un po’ di tempo hanno messo a
posto tutta la città. Non la guardo più con gli occhi di prima.”
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